Quadri bassi e lunghi
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Rassegna di pittori italiani
Solo quadri di artisti che utilizzano un linguaggio pittorico chiaro e aderente alla realtà. Immagini, ma anche conversazioni e saggi su tecnica e interpretazione della pittura e della storia dell'arte.
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Ecco un quadro di uno dei pittori emiliani più amati dagli appassionati d’arte. L’autore è il modenese Eugenio Zampighi (1859 - 1944). Si tratta di un’opera eseguita nei primi anni del novecento e come molte altre sue opere è uno splendido esempio di pittura di genere. Si tratta di una tipologia di quadri che ebbe molto successo nel secolo diciannovesimo. Per pittura di genere s’intende la rappresentazione di scene di vita popolare, dove i protagonisti sono le persone umili e semplici. Zampighi ci ha lasciato delle autentiche “fotografie” della realtà contadina dell’Emilia, vediamo le mamme, le nonne, gli agricoltori e i bambini intenti nelle comuni attività. Anche questo quadro ci presenta una scena sicuramente usuale nell’ottocento. Una donna ringrazia il suonatore che è intervenuto ad una festa. La composizione dell’opera è semplice, il quadro è perfettamente bilanciato sull’asse verticale. A destra una giovane signora che versa il caffè in una tazzina. A sinistra un anziano chitarrista. La tecnica utilizzata, come in tutte le opere di Zampighi, è estremamente precisa e raffinata.
Zampighi Eugenio - La tazzina di caffè - olio su tela
Per la rubrica Arte & Salute ho scelto questo dipinto per parlare dei pregi e dei difetti del caffè. Come spesso accade ci sono molte discussioni su questo tema. Non ho la pretesa di fare affermazioni incontrovertibili. Sappiamo che il caffè contiene la caffeina, questa è un farmaco, cioè una sostanza in grado di modificare alcune funzioni dell’organismo. Le azioni della caffeina sono aumentare la frequenza cardiaca, incrementare di poco la pressione arteriosa ed agire come vasodilatatore. Indirettamente aumenta il flusso di sangue al cervello e pertanto facilita la concentrazione mentale. Sempre indirettamente aumenta la diuresi ed anche il centro del respiro. Occorre chiarire che il caffè non fa diventare più intelligenti, non ci fa ricordare quello che non abbiamo studiato, ma se dobbiamo sostenere un esame, berne una tazzina ci può aiutare. Sappiamo che il caffè ci sveglia e ci aiuta ad affrontare meglio la giornata. Essendo un farmaco sorge subito la domanda: «quante tazzine possiamo bere al giorno?» Molti dicono di non superare le tre al giorno. Sono dell’opinione che tre siano tante: una o al massimo due tazzine di caffè bevute nella mattina o subito dopo il pranzo, in soggetti sani, sono un aiuto per affrontare gli impegni quotidiani. Trattandosi di una sostanza stimolante è bene non berla alla sera. Tra gli effetti collaterali è noto che, se bevuto un quantità eccessive, favorisce l’osteoporosi. Come molte sostanze psicoattive il caffè crea anche una certa dipendenza; ci si abitua e lo si cerca tutti i giorni. Ritengo utile che, saltuariamente, si debba stare almeno qualche giorno senza berlo.
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Sul numero del 29 novembre articolo di Carlo Govoni