
Rassegna di pittori italiani
Solo quadri di artisti che utilizzano un linguaggio pittorico chiaro e aderente alla realtà. Immagini, ma anche conversazioni e saggi su tecnica e interpretazione della pittura e della storia dell'arte.
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La celebre natura morta “fruttiera di persici” di Ambrogio Figino è stato il quadro che ho utilizzato per iniziare una rubrica dedicata all'arte sulla rivista Diagnosi e Terapia del novembre 2016. http://www. det.it La rubrica si chiama ARTE & SALUTE.
Proviamo a pensare ad una vita senza salute, a quel punto anche l’Arte perderà d’interesse. Tutti siamo d’accordo nel dire che la salute è un bene essenziale, ma l’Arte viene subito dopo perché ci eleva spiritualmente.
Che cosa sia la salute è intuitivo ma “che cos’è l’Arte?” è una domanda molto difficile. Contrariamente a tutti quei “professori” che sanno riconoscere le opere d’Arte io ho sempre chiarito che la parola Arte è indefinibile. Quindi occorre molta cautela nell’enfatizzare un’opera.
In questa rubrica affronteremo solo alcuni aspetti dell’Arte pittorica. Ritengo che un quadro debba esprimere concetti, la pittura è una lingua con una sua precisa morfologia e sintassi. Come tutte le lingue serve per esprimere il pensiero di un uomo e comunicarlo agli altri. Il bravo pittore è colui che raggiunge l’eccellenza nell’espressione. Inoltre sono del parere che si possa valutare con onestà intellettuale ogni cosa, ma è più facile farlo su ciò che appartiene al passato.

Fruttiera di persici (pesche), Giovanni Ambrogio Figino, olio su tavola, cm. 21x29,4
Un quadro molto noto col quale ho aperto la pagina dedicata all’arte su Diagnosi e Terapia è la “fruttiera di persici” di Ambrogio Figino (Milano 1553/ Milano 1608).

Leggi tutto: Il mangiar sano su un piatto d’argento … da un’idea rivoluzionaria di Ambrogio Figino
Il seicento è stato un secolo dove molti pittori inserivano nei quadri simboli di morte, foglie appassite, frutta che iniziava a marcire o anche teschi umani. Presento qui un pittore che ha rappresentato il tempo che passa in un modo decisamente originale.
LA LEGGE DEL TEMPO CHE PASSA E’ UGUALE PER TUTTI
Lo scorrere del tempo è sinonimo di invecchiamento. Tutto e tutti vanno verso il tramonto. Purtroppo la vecchiaia è un decadimento sensoriale e funzionale di fronte al quale nessuno può sottrarsi. Se una persona vive deve affrontare un evento ineludibile: prima o poi arriveranno le stigmate dell’invecchiamento, con conseguenze negative sull’aspetto fisico e sulla salute. Il tempo che passa è stato ed è un argomento di massimo interesse per gli intellettuali, per i medici e per i pittori. Molti artisti del seicento, sia italiani che stranieri, hanno affrontato questo problema. Tutti, tranne uno, l’hanno risolto inserendo nei quadri dei teschi, oppure fiori appassiti, petali caduti, foglie secche o frutta che inizia a deperire. Segni evidenti per ricordare che prima o poi arriverà il decadimento del corpo e poco dopo la nostra vita finirà. Questi quadri sono indicati dagli specialisti con la parola latina “vanitas”. Tra coloro che hanno dipinto il tempo che passa c’è un pittore bergamasco che lo ha fatto in modo straordinario e originale, il suo nome è Evaristo Baschenis (1617 – 1677). E’ un pittore importantissimo nel panorama storico-artistico mondiale. Ha dipinto pochi quadri e quei pochi si trovano quasi esclusivamente nei musei. E’ noto per aver dipinto complesse nature morte con strumenti musicali come quella qui riportata. Nella storia universale dell’arte la pittura di natura morta è nata a Milano con Ambrogio Figino, il quale dipinse alcune pesche su un piatto d’argento (vedi D&T n.9 del 2016 pag. 11). Nel secolo diciassettesimo questa tipologia di quadri ebbe molto successo: fiori, frutta, generi alimentari erano i soggetti più richiesti. Gli strumenti musicali sono stati dipinti da una ristretta cerchia di artisti. Tra questi il Baschenis si caratterizza per strumenti a corda (violini, mandole, chitarre) spesso appoggiati su pianoforti. Perché inserisco Evaristo Baschenis tra i pittori he hanno dipinto “vanitas”? Perché è l’unico pittore a me noto in grado di dipingere in modo realistico e con massima valentia la polvere sugli oggetti.

Evaristo Baschenis: strumenti musicali. Accademia Carrara, Bergamo.
Olio su tela, cm 75 x 108.
Leggi tutto: La legge del tempo che passa è uguale per tutti
Le portatrici d'acqua, le cosidette "acquaiole" ci sembrano delle figure legate al romanticismo, in realtà erano ragazze attive in quasi tutte le città italiane prima della prima guerra mondiale.
UN’ACQUAIOLA A VENEZIA
Tutti noi siamo abituati ad aprire un rubinetto e subito vediamo l’acqua cristallina sgorgare nel lavello. L’acqua nelle abitazioni la consideriamo una componente indispensabile per definire abitabile una casa.
Andiamo indietro nel tempo. Basta documentarsi un poco per leggere che i primi acquedotti pubblici in grado di portare l’acqua potabile all'interno delle singole abitazioni sorgono negli ultimi anni dell’ottocento e solo nei centri urbani delle città più evolute.
Il quadro che ho scelto è stato dipinto a Venezia nel 1908.
Non parliamo medio evo o rinascimento, abbiamo solo fatto un salto indietro nel tempo di poco più di cento anni. Questo ci basta per capire che la vita di tutti era completamente diversa. Per bere e per cucinare in una città come Venezia si doveva attingere acqua dai pozzi pubblici presenti in molti campielli. Il quadro che propongo è estremamente realistico, raffigura una ragazza su un ponte veneziano, accanto a sé c’è una brocca e un secchio di rame. Queste donne, denominate acquaiole, erano delle lavoratrici indispensabili per la collettività del tempo. Il loro lavoro era molto semplice: andare al pozzo, raccogliere l’acqua e portarla nelle abitazioni. Nelle famiglie comuni questo era l’ordinario lavoro delle casalinghe. Le signore benestanti e le persone con problemi fisici si facevano portare l’acqua in casa da giovani ragazze. Quella che vediamo in questo quadro è sulla via del ritorno, ha il secchio pieno d’acqua e si è fermata nella parte più alta di un ponte. Una breve sosta per riposarsi e per scaldarsi con gli ultimi raggi di un sole autunnale.

Eugene de Blaas – L’acquaiola (the watercarrier) - collezione privata.
L'indifferenza è la malattia più grave e più diffusa tra gli uomini; per questo motivo un gruppo di artisti si è riunito a Reggio Emilia con l'idea di proporre una terapia per contrastare questo morbo. La terapia si chiama pittura figurativa e Non più ignavi? è stato il titolo di questa rassegna reggiana dal 17 dicembre 1999 al 30 gennaio 2000. L'idea è stata di iniziare il nuovo millennio proponendo la pittura "a regola d'Arte".
Ecco l'elenco degli artisti partecipanti in ordine alfabetico: Fabrizio Artoni, Aldo Astolfi, Cesare Bonavita, Dicre, Carlo Govoni, Antonio Iorio, Lopez, Luciano Macalli, Gabriele Maloberti, Fabio Ori, Grazia Simeone e Paolo Ventriglia.
Fabrizio Artoni
Un uomo eclettico, pittore, scultore e altro ancora. Vive e lavora in vald'Enza, in provincia di Reggio Emilia.
Fabrizio Artoni - Nel mezzo del cammin della mia vita - olio su tela (cm 100x130)
Aldo Astolfi
Un acquerellista romagnolo che ha saputo ricavare da questa tecnica così delicata, immagini splendide che trascendono la dimensione del tempo, come nel vecchio dizionario qui riprodotto.
Aldo Astolfi - Dizionario - 1998 - acquerello
Nel mese di marzo 2021 all'età di 79 anni, a Santarcangelo di Romagna è morto Aldo Astolfi. Lascia numerosi quadri, soprattutto acquerelli. Tutti dipinti in modo raffinato e realistico. Un vero artista
Qui riporterò un testo scritto dal pittore Gabriele Maloberti che affronta un argomento di interesse universale: la definizione della parola Arte.
Queste frasi sono del 1984, quando il pittore esponeva i suoi quadri in molte gallerie d'Italia ed anche in prestigiose sale pubbliche. Nel 1982, a 36 anni, aveva esposto nelle grandi sale del Museo Civico di Castello Ursino riscuotendo un notevole successo e anche un prestigioso riconoscimento dall'Assessorato alla Cultura del comune di Catania. Nella motivazione l'assessore scrisse: "... rilevato il grande valore artistico dei dipinti del maestro Maloberti che ripropone con personalissimi mezzi espressivi una pittura di ispirazione classica, ... ritenuto che tale mostra si pone come proposta culturale nuova e di grande prestigio per la città ... considerata la grande personalità dell'autore che è anche sociologo di buona statura ovunque riconosciuta ..."
Leggi tutto: Arte e Mistificazione - del pittore Gabriele Maloberti
Pochi sanno che Ferdinando secondo de' Medici (1610 - 1670) è stato tra i primi italiani a provare su di sé gli effetti della variolizzazione. Questa è stata una tecnica finalizzata a sviluppare anticorpi presente nella medicina popolare del seicento ed anche in alcuni secoli precedenti. A soli sedici anni il Granduca rimase colpito dal vaiolo. Con questa tecnica empirica ha potuto difendersi ed è guarito.
FERDINANDO II°, COME MOLTI PAZIENTI E' STATO UNA CAVIA
Chi è il personaggio qui ritratto? E' Ferdinando II° de Medici, Granduca di Toscana dal 1621 al 1670.

Justus Suttermans – Ferdinando II° de' Medici al nono giorno del vaiolo. 1626.
– olio su tela - Galleria Palatina, palazzo Pitti, Firenze.
Il ritratto è del 1626 e ritrae il Granduca colpito da vaiolo. E’ stata una circostanza molto importante per il suo tempo. Ferdinando II° sperimentò su di sé e sui figli una pionieristica tecnica usata nella medicina popolare. Si sapeva che le persone che erano guarite da malattie contagiose dopo resistevano meglio. Il medico di corte eseguì sul paziente una scarificazione cutanea con una lancetta intrisa nel liquido di una vescicola vaiolosa prelevata da una paziente. Non era una vaccinazione, ma si stimolava ugualmente la produzione soggettiva di anticorpi. Saranno necessari centosettantaquattro anni per arrivare alla prima vaccinazione efficace della storia. Infatti la prima vaccinazione del vaiolo avvenne nel 1798 per merito di Edward Jenner.
Leggi tutto: Ferdinando II°, come molti pazienti è stato una cavia
L'Arte è un concetto astratto che non può essere definito. Nessuno può vantarsi di sapere che cos'è l'Arte.
Coloro che scrivono in questo sito sono consapevoli di questo limite.
IL RITRATTO
Il ritratto è un’opera unica,
eseguita totalmente a mano.
C'è sempre un’impronta
interpretativa dell’autore.
PER SAPERNE DI PIU'
LEGGI GLI ARTICOLI
DI CARLO GOVONI
IL RITRATTO DELL'ARTISTA
Dal 23 febbraio 2025 al 29 giugno 2025
FORLI' - Museo Civico San Domenico
L'autoritratto è il tema di questa mostra, spesso un volto esprime il mondo interiore di un pittore. Una esposizione da non perdere.

Cerrini Gian Domenico
La pittura regge l'autoritratto del pittore
1656-57
FELICE CARENA
Esposizione presso Palazzo Medici-Riccardi di Firenze - terminata il 16 febbraio 2025
Una città da visitare AQUILEIA - In particolare si consiglia di visitare la Domus di Tito Macro
Arte e Salute è una rubrica a cura di Carlo Govoni sulla rivista DIAGNOSI & TERAPIA. La rivista è in distribuzione gratuita nelle migliori farmacie. Potrete anche trovarla al sito http://www.det.it/


Nella sezione Arte & Salute troverete articoli sulla notte di Natale del Correggio, sul medico Jgnàc Semmelweis, sul freddo e l'inverno e sulla nascita della Croce Rossa.

E' uscito il libro "Arte & Medicina". Sono descritti 20 argomenti di carattere medico, tutti iniziano con una introduzione storico-artistica scritta da Carlo Govoni. Il libro è insolito, può interessare gli appasionati d'arte ed anche coloro che svolgono una professione sanitaria. Da questo libro è stato ricavato un corso FAD (Formazione A Distanza per Medici e Farmacisti). Volume di 496 pagine, formato 24 x 16,5.
Se un lettore desidera acquistare il libro (€ 25,00 IVA compresa + spese di spedizione) è invitato a contattare l'editore: Diagnosi&Terapia via del Colle 106 r - 16128 Genova
Tel. 0102465062
FAX 0102758074
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Meglio è la piccola certezza che la gran bugia. Leonardo da Vinci (1452 - 1519)
L'essere umano ha poche certezze: questa è la vita. Tra coloro che si qualificano esperti d'arte ci sono grandi bugiardi che sostengono l'astrattismo, la street art e tutte le innumerevoli degenerazioni che da un centinaio d'anni si susseguono senza fine. In questo sito si vuole stare dalla parte delle piccole certezze.