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Una nota credenza popolare vede nelle mele un frutto indispensabile per la salute; sarà vero?

Riporto un articolo tratto dal numero di dicembre 2021 della Rivista Diagnosi & Terapia.

 

UNA MELA AL GIORNO TOGLIE IL MEDICO DI TORNO

Questo è uno dei più noti detti popolari. Quando una frase è sulla bocca di tutti, sia italiani che stranieri, e la si tramanda da secoli, fa pensare che il suo contenuto sia una verità fondamentale. E’ proprio vero, infatti esistono non pochi lavori scientifici che confermano gli effetti benefici nel mangiare mele.

Nella storia degli uomini la mela è un frutto importante, ma se andiamo alle origini dell’umanità non viene ricordata positivamente. Vi racconterò come sei donne e due mele sconvolsero i primi millenni della vita dell’uomo sulla Terra.

La Genesi è il primo libro della Bibbia e qui è descritta la storia di Adamo ed Eva che vivevano nel Paradiso Terrestre. L’albero più conosciuto di quel luogo è proprio un melo e sappiamo che per ordine di Dio quelle mele non dovevano essere mangiate. Eva mangiò una mela, la divise con Adamo, così disobbedirono a Dio e vennero cacciati dall’Eden con le conseguenze ben note a tutti.

Alcune migliaia d’anni dopo si svolse il primo concorso di bellezza femminile della storia. Secondo la mitologia gli Dei stavano celebrando un lussuoso banchetto ed Eris (Dea della discordia) non venne invitata. Per vendicarsi gettò sul tavolo del banchetto una mela d’oro con la scritta “Alla più bella”. Zeus, il padre degli Dei, sapendo che avrebbe gareggiato anche sua moglie, capì che fare da giudice sarebbe stato pericoloso. Pertanto affidò questo compito a Paride, il più affascinante dei mortali. L’uomo, elevato al rango di giudice unico, ebbe il compito di premiare la più bella tra Atena, Era e Afrodite (per i latini Minerva, Giunone e Venere). La corruzione è sempre esistita e per poter essere premiata con la mela d’oro Afrodite promise a Paride di fargli sposare Elena, la donna più bella del pianeta; dimenticando che questa era già sposata col Re di Sparta, Menelao. Paride, al pari di tanti mortali che subiscono il fascino della femminilità, consegnò la mela ad Afrodite. La Dea mantenne la promessa, aiutò Paride a rapire Elena e a portarla a Troia. Questo fatto scatenò le ire di tutti i popoli della penisola greca e culminò con la guerra di Troia. La guerra più lunga della storia antica. Durò oltre dieci anni, venne combattuta dai Troiani contro gli Achei, fu descritta da Omero nell’Iliade e si svolse oltre tremila anni fa.

Abbiamo visto come sei donne (Eva, Eris, Atena, Era, Afrodite ed Elena) e due mele hanno provocato enormi guai. Però, con il trascorrere dei secoli, le cose cambiarono.  

galizia fede natura morta con pesche mele cotogne fiori gelsomino 1607 particolare

Fede Galizia, particolare delle mele sul lato sinistro del quadro.

Quando si parla di salute il pensiero corre ad Ippocrate, medico greco che visse tra il 460 e il 377 a.C. e fu il primo ad abbandonare la magia per passare ad una vera scienza medica basata sull’osservazione.
I popoli antichi avevano compreso che l’alimentazione, in particolare quella fatta con vegetali, influiva in modo determinante sul benessere generale dell’organismo. Con le osservazioni di Ippocrate le credenze popolari iniziarono a diventare oggetto di studio. Non abbiamo notizie certe, ma credo che proprio circa quattro secoli prima della nascita di Cristo iniziò a diffondersi qualcosa di simile al detto che ho utilizzato come titolo per questo articolo.

Facciamo un altro salto nel tempo e arriviamo al 1607. Qui la protagonista è ancora una donna, ma questa giovane signora la dobbiamo ricordare in modo positivo. La donna si chiama Fede Galizia, ha sempre vissuto a Milano, tra il 1578 e il 1630. Nel cinquecento la pittura era un’arte che veniva praticata solo da uomini. Molti quadri erano di grandi dimensioni e altri erano affreschi, pertanto i pittori dovevano salire su impalcature in legno, poco adatte per essere utilizzate dalle donne. Tra cinquecento e seicento iniziarono a diffondersi quadri di piccolo e medio formato e le donne pittrici iniziano a farsi notare.

Fede fu avviata giovanissima alla pittura dal padre, noto miniaturista del tempo. Nel 1607 la Galizia ha dipinto la prima natura morta datata e firmata. La prima natura morta, la fruttiera di pesche, sappiamo che venne dipinta da Ambrogio Figino tra il 1591 e il 1594, ma la data non è presente sul quadro, venne identificata successivamente dagli storici.  La tavoletta dipinta da Fede è di cm 31 x 42, presenta al centro un fruttiera con pesche, alcuni fiori di gelsomino e alla base tre mele cotogne. Una è stata tagliata a metà. Il quadro è splendido, le pesche sono dipinte in modo sublime, l’effetto cromatico è stato ottenuto con velature successive. La velatura è una tecnica che prevede di utilizzare colore diluito su un colore ad olio perfettamente asciutto. In questo modo si ottiene una morbidezza cromatica eccezionale. Ciò che a noi interessa sono le due mele di sinistra e la mezza mela di destra. Mele perfettamente sane, dipinte col massimo realismo. Tutti i particolari sono stati realizzati in modo perfetto come riescono a fare i miniaturisti.

Mele cotogne sane sono lì da oltre quattrocento anni. I benefici delle mele per la salute degli uomini sono innumerevoli. Come tutta la frutta fresca è ricca di vitamine e nelle mele la parte più ricca è quella accanto alla buccia. Oltre alle vitamine la mela contiene numerose sostanze antiossidanti: polifenoli, flavonoidi, fenoli, procianidine ed altri composti. Un gruppo di ricerca italiano coordinato da Fuvio Mattivi ha pubblicato già dal 2000 una serie di articoli che individuano nei polifenoli dei composti con spiccata attività anti-infiammatoria, anti-diabetogena e anti-cancerogena. Per poter esercitare queste proprietà è necessario l’intervento attivo dei batteri intestinali (microbiota). Pertanto la composizione del microbiota intestinale è fondamentale per assimilare nel modo migliore le mele. Ne consegue che ci sono alcune persone che dalle mele non traggono gli stessi vantaggi che ricavano altri uomini.  I principali effetti favorevoli sono che le mele nutrono e contemporaneamente abbassano il livello dei lipidi plasmatici (grassi nel sangue). E’ ovvio che occorre lavarle bene prima di mangiarle con la buccia, però una alimentazione ricca di mele è utile per conservare la memoria e per avere un’azione preventiva nei confronti di malattie degenerative come il morbo di Alzheimer. E’ interessante uno studio scientifico di Wolfe e collaboratori del 2003, i quali hanno dimostrato che le mele mangiate quotidianamente assieme alla buccia inibiscono lo sviluppo del cancro del fegato. Qualcuno ha anche pubblicato sulla rivista European Respiratory Journal diversi articoli dove le mele, unitamente ad una alimentazione ricca in frutta e verdura, sono molto utili nei programmi per smettere di fumare, in quanto attenuano gli effetti dell’astinenza dalla nicotina.

Ringrazio Fede Galizia che con le sue mele mi ha stimolato a scrivere questo articolo. Con tutti gli effetti benefici che questo frutto possiede non ho dubbi: mangiare una mela al giorno toglie il medico di torno.

Prof. Carlo Govoni, Storico dell’Arte - Cell. 3358040811

galizia fede natura morta con pesche mele cotogne fiori gelsomino 1607

Fede Galizia – Fruttiera con pesche, fiori di gelsomino e mele.
Olio su tavola, cm 31 x 42. Milano, 1607.

 

Fede Galizia (1578 - 1630) ha vissuto nel periodo barocco. E' proprio negli anni di passaggio tra 500 e 600 che iniziano a diffondersi i quadri di natura morta. Essendo figlia di un miniaturista iniziò presto ad eseguire incisioni e miniature. Gli storici riferiscono che già a 12 anni lavorasse nella bottega del padre. Fede è molto conosciuta per la "fruttiera con pesche, fiori di gelsomino e mele" qui riprodotta, perché è la prima natura morta datata e firmata. Dopo di lei altre due donne (Artemisia Gentileschi e Lavinia Fontana) si dedicarono alla pittura di nature morte. Purtroppo Fede ebbe vita breve, fu una delle tante vittime della peste che colpì Milano nel 1630. 

 

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 Questo articolo è stato scritto e pubblicato sulla rivista Diagnosi & Terapia,
anno 2021, n. 4,  pagine 35 3 37, nella rubrica "Arte e Salute".

 

 

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