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Rassegna di pittori italiani

Solo quadri di artisti che utilizzano un linguaggio pittorico chiaro e aderente alla realtà.  Immagini, ma anche conversazioni e saggi su tecnica e interpretazione della pittura e della storia dell'arte.

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La miseria non è una malattia del corpo, ma è un male endemico della società a cui nessuno vuole porre rimedio. La salute è un concetto molto ampio, non è solo l’assenza di dolore o di malattia, ma si va oltre. Ormai è opinione comune identificare la salute col benessere psicofisico e pertanto in una rubrica che la redazione ha definito ARTE & SALUTE scrivere sulla povertà non è fuori luogo. In queste pagine ho sempre esaminato un quadro e da questo ho preso spunto per parlare di problemi sanitari. La mia ricerca è orientata verso quadri dal consolidato valore artistico.Oggi presento un quadro del diciannovesimo secolo. Siamo in un periodo storico dove la classe dominante godeva di privilegi e di molta ricchezza, chi stava alla base aveva difficoltà economiche e, i più sfortunati, vivevano in totale povertà. Nell’ottocento e nel secolo successivo si è parlato molto di democrazia, cioè di governo del popolo. Purtroppo anche con la diffusione dei sistemi democratici i risultati sono stati deludenti. L’opera che ho scelto ha più di cento anni, ma potrebbe essere una fotografia scattata ieri in una metropoli occidentale. Il quadro raffigura un giovanetto che tiene in mano un cappello da adulto e chiede la carità. Il vestito è una vecchia giacca rattoppata, evidentemente non sua. Il colore dell’abbigliamento e quello della porta si confondono, forse siamo davanti al portone di una chiesa.

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Il dipinto è stato eseguito da Fernand Pelez, pittore nato e morto a Parigi (1848/1913) a cui riconosco il merito di averci messo di fronte ad una realtà agghiacciante. Osservate il viso di questo ragazzo: capelli biondi, carnagione chiara, collocato al centro dell’opera. L’occhio dell’osservatore incrocia subito lo sguardo del bimbo e si perde lontano.

Infatti la miseria ha radici molto lontane, sappiamo che è sempre esistita.

La storia ci insegna che gli uomini sono abili costruttori di piramidi sociali. Lottano tra di loro per stare ai vertici, soffocano i cittadini con le tasse e il denaro ricavato viene speso per mantenere i privilegi di una minoranza. I governi si vantano di creare enti che nelle intenzioni dovrebbero tutelare i più deboli. Istituzioni dove il denaro che ricevono serve soprattutto per il loro mantenimento e quasi nulla viene distribuito a chi ha bisogno. Il risultato è ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri e pure più numerosi. Il rapporto Oxfam del gennaio 2018 registra che all’1% della popolazione più ricca del pianeta è andato l’82% dell’incremento di ricchezza netta registrato tra il 2016 e il 2017. Ai 3,7 miliardi di persone che costituiscono la metà più povera del pianeta non è andato nulla, nessun incremento di reddito. E’ drammatico leggere che il divario tra ricchi e poveri aumenta sempre ed è ancor più drammatico prendere atto che nessuno fa nulla. Una legge non scritta della nostra società recita: “i privilegi dei ricchi non si toccano.”

La miseria è un cancro; Fernand Pelez lo aveva ben capito, lo ha dichiarato in questo quadro e in molte altri suoi dipinti. Sono passati più di cento anni e in tutti i paesi i governanti hanno chiesto voti in nome della libertà e dell’eguaglianza sociale e il risultato che hanno ottenuto è poveri sempre più poveri.

 

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Questo articolo è stato pubblicato sul numero di aprile dell'anno 2018, pag. 31,
della rivista Diagnosi & Terapia nella rubrica "Arte e Salute".  www det.it 

 

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