Presento il volume "L'arte del ritrarre il volto e la figura"; è questo un libro inusuale: è una raccolta di sessantotto quadri dipinti da un grande pittore.

 Arte del ritrarre il volto e la figura Govoni copertina

Figlio del figlio, del figlio, del figlio... di Giotto, Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Maloberti può legittimamente vantare tale discendenza. Il suo percorso artistico, contrassegnato fin dalla prima adolescenza da una sorta di spasimo orfico, si erge, nel panorama dell'arte e della cultura contemporanea con un tal rigore estetico e forza espressiva, da escludere a priori che, quell'illustre sangue, sia giunto a lui diluito a seguito del lungo cammino.

Pittore dunque, ma anche poeta e narratore, drammaturgo e saggista, restauratore e violoncellista appassionato, sociologo studioso del comportamento umano e arteterapeuta, viaggiatore a contatto diretto con le più differenti culture e fecondo ideatore di movimenti culturali e di opinione, Maloberti fonda la propria opera sulla coscienza del proprio specifico compito di artista: comunicare il messaggio delle cose attraverso nessun altro filtro se non la struttura delle loro forme.

La sua intensa attività pittorica, tuttora rigorosamente alternata alle altre discipline, ha, soprattutto all'estero, America latina in particolare, sempre riscosso grande successo per aver saputo, ancor più, in quella dimensione onirica, puramente contempativa, ridare centralità e vigore alla figura umana da certe tendenze dell'arte contemporanea seriamente intaccata, sfatta e vilipesa. 

E' proprio l'argomento trattato di questo inusitato saggio, obbliga l'autore in veste di didatta, a porre il dito nella piaga di quell'arte e di un tempo, il nostro, che ha condannato all'esilio la bellezza.

In virtù di una coerenza stilistica e di pensiero ineccepibile, egli lancia un grido d'allarme e di lotta al mondo che si è arreso al conformismo delle idee, appagato da qualche gesto provocatorio e rassegnato a non avere più una grande filosofia, una grande arte, una grande religione.

Le riflessioni inerenti quel paradiso in terra che è l'Arte quando esprime bellezza, amore e verità e le opere pittoriche che le accompagnano sono l'uscita della trappola in cui si è voluto rinchiudere la cultura moderna. Una cultura trattenuta in vita dall'accanimento terapeutico di sperimentalismi fine a se stessi, da "loquentes mendacium" di critici inetti in funzione di supporto, da un mercato dell'arte dove il prezzo di un'opera (il più delle volte neppure degna di essere guardata), non è legato al suo valore artistico, ma è il frutto di un condizionamento pubblicitario abilmente manovrato.

L'arte dunque non come espressione della brutalità contemporanea ispirata a un Dio estraneo alla stirpe umana, ma come approdo al sublime, come profondo piacere curativo e immunizzante dell'artificio materialistico, tecnologico e consumistico.

Poichè dove non c'è arte c'è il tramonto dell'esistenza, Maloberti non si rassegna alla decadenza.
Attraverso una padronanza assoluta del mezzo pittorico che segue il procedimento classico da Giotto in avanti, avvicinandosi agli effetti percettivi estremi delle forme levigate del Canova per poi ascriversi ad un neo impressionismo ottocentesco; attraverso una pittura senza tempo discendente dal principio "l'arte per l'arte" senza riferimenti alle turbolenze, alle nevrosi e ai drammi della società nostra, attraverso una pittura che è pura estetica, un inno alla luminosità che dona piacere visivo e rende il corpo contemplato incorporeo e seducente; attraverso dunque, una rischiosa battaglia che intende ristabilire la differenza tra ciò che è dignitoso e ciò che è miserabile, egli sfida l'indifferenza della quotidianità, vera malattia del nostro tempo e restituisce un senso al mondo riscoprendo i suoi simboli, i suoi miti.

Egli lo può fare!  Lo può fare in quanto l'Arte, quella vera, quella autentica, quella che mai nascerà, custodendosi il segreto da sé, che alcun frettoloso apprendista stregone, è immune dalla decadenza.

Così come ne è immune colui che, attraverso la trasmutazione di sé stesso "solve et coagula" in una miriade di estenuanti e calibrate sequenze il dato occasionale e lo trasforma in un motivo unico e assoluto; fa divenire mediante un atto di alchimia poetica, eterno il presente, dissolve la sua fisicità, portandola dalla dimensione esistenziale del tempo a quella estetica dello spazio; sceglie nell'universale ciò che giudica più conveniente ai propri fini: riunisce in una organica forma circostanze e caratteri che la natura offre suddivisi in parecchie forme e da tale combinazione, sapientemente articolata, risulta quella felice immagine per cui un buon artefice acquista il titolo di creatore e non di imitatore servile.

Carlo Govoni

 

 Arte del ritrarre il volto e la figura Govoni retro copertinaQuarta di copertina del libro.
L'arte del ritrarre il volto e la figura.   Autore dei quadri Gabriele Maloberti.
Presentazione di Carlo Govoni
Casa Editrice EPS - Reggio Emilia, anno 2004 - pagg.188

 

 

 

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